martedì 28 aprile 2015

ANGOLA EXPO': INTERVISTA ESCLUSIVA AD ALBINA ASSIS AFRICANO




Foto di Eduardo Pedro - Albina Assis Africano alla Conferenza stampa di presentazione dell'Expò Angola a Luanda 

"E' meglio il funji di un hamburger" parola della Commissaria dell'Expò Angola che definisce Milano "la nostra porta sul mondo" 


Luanda. Mancano due giorni all'inizio dell'Expò e anche l'Angola, come il resto del mondo è pronta a dare il via a questa avventura tutta italiana alla ricerca di soluzioni innovative nel settore dell'alimentazione. 
Le ultime settimane prima della partenza della delegazione angolana sono state frenetiche, con un team di persone che ininterrottamente si sono dedicate a prepararsi per questo importante evento. Giovani e meno giovani, riuniti nella sede temporanea dell'Expò Angola, gli spazi di un ex-convento delle Clarisse a Luanda, a due passi dalla nuova imponente Assemblea Nazionale, hanno dedicato tre ore al giorno allo studio dell'italiano e il resto del tempo a definire documenti, a mettere a punto l'agenda degli spettacoli che accompagneranno i sei mesi in Italia, a stampare presentazioni, a coordinare la logistica nell'invio di opere d'arte e artigianato locale e a impacchettare gadjet come piccole galinhas da mata di cartapesta o bustine di chà de caxinde, il salubre tè locale o cartoline che consentono, utilizzando uno smartphone, un viaggio virtuale nel padiglione Angola. 
Non è stata meno attiva la commissaria dell'Expò Angola, Albina Assis Africano, che è anche la prima donna a presiedere la Commissione che riunirà i commissari di tutti i paesi presenti all'Expò di Milano. 
Persona energica e spontaneamente simpatica, Albina, ex Ministro dell'economia, ci ha rilasciato un'intervista proprio poche ore prima di imbarcarsi per Milano, dove con l'entusiasmo di sempre, ha voluto raccontare cosa ha significato organizzare la partecipazione dell'Angola all'Expò.  

Foto di Francesca Spinola - Galihans da mata in carta pesta pronte a partire per l'Italia

1) Quando è iniziato il lavoro della Commissione Expò Angola

La Commissione si è formata a fine 2011 e ha iniziato a lavorare all'inizio del 2012

2) Dopo anni di lavoro, ora restano poche ore, con quale spirito andate in Italia?

Ci sentiamo incoraggiati dal fatto che il nostro padiglione è pronto e entusiasti di mostrare al mondo quello che l'Angola è in grado di offrire, ma ci sentiamo anche eccitati dall'idea di quanto scambio, cooperazione, sinergie potranno nascere fra la nostra cultura e quella degli altri Paesi che partecipano all'Expò.

Foto di Francesca Spinola - Quadri da spedire in Italia
3) Quali sono state le principali difficoltà incontrate sino ad ora?

Prima difficoltà, che in Italia il livello di vita è molto alto e questo ha determinato dei costi elevati. Poi, rispetto ad altre Expò cui abbiamo partecipato, come quello di Spagna o della Corea, alcune difficoltà ad ingranare, almeno all'inizio. Di buono c'è stato che dal punto di vista della comunicazione, questa non è mai mancata, abbiamo sempre avuto i necessari riscontri da chi di dovere

4) Come è stato lavorare con gli italiani?

Non mi piace fare paragoni, ma forse questa volta mi è sembrato che il processo di crescita dell'Expò, le fasi iniziali, siano state molte lente, dovuto a vari problemi. Noi eravamo abituati ai paesi asiatici dove l'organizzazione di questo tipo di eventi è rapida ed efficiente. Con il tempo però le cose sono migliorate e grazie al "Country Office" dedicato all'Angola, divenuto ben presto il nostro "focal point", abbiamo evaso tutte i nostri dubbi e abbiamo trovato la massima disponibilità. Diciamo che a volte erano loro da Milano a metterci sotto pressione, altre eravamo noi da Luanda a chiedere risposte e informazioni. Abbiamo stabilito un compromesso straordinario che ci ha portato avanti fino ad oggi e che sperò ci accompagnerà fino alla chiusura dell'Expò. 

Foto di Francesca Spinola - Opera d'arte pronta per andare in Italia
5) In Italia e in Europa ancora resistono molti stereotipi legati all'Africa e c'è anche molta ignoranza. In pochi sanno dov'è l'Angola, per esempio. Come pensate di combattere questi pregiudizi?

E' vero, l'Africa è ancora vista come la terra della povertà, come una savana piena di animali selvatici. Ma di questo i responsabili sono in gran parte, a mio parere, i mezzi di comunicazione sociale, che faticano a presentare un'Africa che cresce, l'Africa delle cose belle, dello sviluppo e dell'innovazione. L'Angola è da tre anni che non ferma la sua crescita nella pace e nell'unità del popolo, ma questo non emerge. Solo chi ci vive in Angola può raccontare la straordinaria crescita che sta vivendo il paese giorno dopo giorno. Con il nostro padiglione mostreremo come l'Angola sia ormai un paese aperto al mondo e come amo dire il nostro Padiglione sarà la porta dell'Angola aperta al mondo.

Foto di Francesca Spinola - Cartolina per viaggio virtuale nel Padiglione Angola

6) Il vostro tema centrale per l'Expò 2015 è: "Alimentazione e cultura: educare per innovare", ma educare chi? Gli europei, gli africani, tutti? 

No, educare i giovani, le nuove generazioni. Vogliamo educarli ai principi di una alimentazione sana che riparta dalla tradizione e la rilanci in modo innovativo. Vogliamo che i giovani capiscono che la sostenibilità alimentare comincia dal pesce, mangiato con un po' di manioca e verdura, il nostro funji e la nostra kizaka, al posto di hamburger e che non c'è niente di più sano e sostenibile di un rosso d'uovo mescolato a del miglio, al posto di una merendina. Innovare partendo dalla tradizione, è questo il messaggio che vogliamo passare. 






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