lunedì 30 gennaio 2012

Con Mutima da ambulanti a maestri di stile


Ndilo Mutima è un ragazzo di Luanda piuttosto in carne per gli standard locali che, se non eccelle in fatto di muscoli come qui spesso avviene, eccelle in fatto di arte visiva. 
E' un artista Ndilo Mutima. Uno che sa come miscelare arte e fotografia. Lo fa con l'occhio del bravo reporter e con la fantasia del  grande pittore.  
Ogni suo scatto è movimento, racconto, colore, ironia e denuncia. 
Il giovane, nato a Luanda nel 1978, ha già esposto le sue opere non solo in Sud Africa, vicina geograficamente e in Portogallo, vicino storicamente, ma anche nel lontano e difficile "vecchio continente" spesso così poco attento all'arte africana.
Le opere di Ndilo e le sue installazioni sono apparse nel 2002 in Belgio, nel 2003 in Svizzera, nel 2004 a New York, nel 2005 a Londra, nel 2006 a Tokyo e in Spagna e nel 2007 alla 52' Biennale di Venezia. 
Oggi Ndilo espone a Luanda, dove resterà fino al 21 Marzo nel salone Internazionale dell'Unap (Unione Nazionale degli Artisti Plastici). 
Questa volta i suoi scatti raccontano i giovani ambulanti che in città vendono qualsiasi cosa si possa immaginare. 
Con il titolo "linhas zungueiras, linhas estéticas", Ndilo presenta, in 50 scatti presi per strada, i colori e la vita di questi ragazzi. 
I 50 zunguieros, esposti quasi come modelli di Benetton, uno a fianco all'altro su sfondo bianco, frutto di molto lavoro di photoshop, non appaiono più come povera gente vestita di stracci, ma giovani che dettano stile e fanno tendenza. 
Giudizio: 10 e lode per Ndilo!



martedì 24 gennaio 2012

Un sogno chiamato "Agua para todos"


LUANDA. Il programma "Agua para todos" è stato lanciato dal governo angolano nel 2007 ma, malgrado gli sforzi fatti, ancora oggi la situazione relativa all'approvvigionamento dell'acqua in molte zone del Paese e della capitale non è rosea.
In tanti quartieri della capitale, come Viana, Madeira, Mulenvos, Sambizanga, ogni giorno vengono spesi centinaia di Kwanzas, moneta locale, per ottenere qualche litro del prezioso liquido.  
L'assenza di acqua corrente non solo nelle case, ma anche nei quartieri stessi attraverso pozzi o fontane, costringe tutti a comprare l'acqua. E' nato così un mercato parallelo di trasportatori di taniche che arrivano a percorrere anche trenta chilometri al giorno, spingendo su carri di legno a tre ruote le caratteristiche taniche gialle, da 20 litri l'una, fin nel cuore dei quartieri più poveri. 
Il sistema funziona più o meno così. I proprietari dei kupapatas, delle motorette a tre ruote di marca cinese, vanno nel più vicino punto di distribuzione e comprano bidoni da 20 litri a 10 kwanza l'uno che poi andranno a rivendere nei barrio a 50 Kwanza, con un margine di guadagno di 40 kwanza a recipiente. Queste taniche poi vengono trasportate, altro costo per il cliente finale, con i carretti in legno fin dentro alle baracche. 
A Sambizanga, nel 2009, nell'ambito del programma governativo Agua para todos, il governo costruì 13 fonti d'acqua, del valore di 16 milioni di dollari l'una, che purtroppo poi, forse a causa dell'assenza di manutenzione adeguata, sono finite per essere inoperanti. 
La soluzione la trovarono i giovani che con i loro carri a mano cominciarono a recarsi nei quartieri dove ci sono fonti d'acqua operative, per poi tornare a venderle nel proprio barrio a 100 Kwanza ogni 20 litri. 
Questa è la realtà quotidiana in un Paese che sta comunque facendo molti passi per crescere. 
"Il Paese sta andando avanti e la vita degli angolani sta migliorando progressivamente. Il Programma di Investimento Pubblico è triplicato in quattro anni, gli indici di povertà si stanno abbassando, il numero di posti di lavoro sta crescendo, gli indici di sviluppo umani stanno migliorando, il Pil pro capite è salito da 3800 dollari a testa nel 2005 a 8300 nel 2009", parole del Presidente angolano alla tradizionale cerimonia di saluto ai rappresentanti diplomatici accreditati in Angola questo gennaio 2012  e pubblicate integralmente sull'Agenzia di stampa angolana. 

mercoledì 18 gennaio 2012

Il futuro è "zunga" per i giovani angolani


Luanda - 18 GEN. Li incontri per strada a tutte le ore, sono bambini, bambine, ragazzi, donne, uomini. Sfidano traffico, sole, pioggia, puzza, caldo, fame pur di vendere il prodotto che stringono in mano. Una gasosa, un copri-volante, una scopa, un orologio da parete, una spugna vegetale, un mango, il giornale, una bottiglia d’acqua. Tutto pur di vendere la merce prima di tornare a casa.
Loro rappresentano la parte più consistente della gioventù angolana, quella che in un Paese in forte crescita come l’Angola, dovrebbe essere impiegata e valorizzata nell’edificazione del paese. Invece questa enorme fetta di popolazione, secondo uno studio dell’Unicef gli angoloni con meno di 18 anni sono il 60%, si tiene in piedi con l’economia informale, con quell’insieme di attività che per definizione sfuggono al quadro istituzionale e regolamentato dell’economia.
Questa gente vive a stento di zunga, una parola che deriva dal dialetto Kimbundu kuzunga, che significa: circolare, deambulare, vagare, passeggiare. E’ una parola applicata a quegli uomini e donne che girano per le vie di Luanda impegnati nel commercio informale. La maggioranza dei zungueiros che vagano per la capitale sono oriundi delle provincie interne del Paese, come Benguela, Huambo, Bié, Kwanza Sul, Malanje, Kuanza-Norte. Molti di loro hanno lasciato le terre di origine perché non avevano le condizioni per sopravvivere. L’assenza di adeguate politiche per i giovani è vista da alcuni analisti locali come la causa principale di questa deformazione del mercato che costringe migliaia di giovani a sfidare la strada ogni giorno.